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martedì 29 ottobre 2013

Disposizioni urgenti in materia di IMU - di Camera dei Deputati


Nella parte antimeridiana della seduta la Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102 recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici (C. 544-A). Il provvedimento è passato all’esame dell’altro ramo del Parlamento.
E’ stato poi approvato il disegno di legge recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (C. 1154-A e abb). Il provvedimento è passato all’esame dell’altro ramo del Parlamento.
In corso di seduta, la Camera ha deliberato sull’applicabilità dell’articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell’ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Formisano (Doc. IV-quater, n. 2).
 
Mercoledì 16 ottobre

venerdì 25 ottobre 2013

Sicurezza, non solo questione di nomadi



I nostri connazionali chiedono sempre più giustizia e più sicurezza, ed è giusto che queste richieste siano garantite dallo Stato, il nostro Paese deve proteggerci. Ci sono Paesi dell’Ue che applicano il reato di clandestinità, credo che la riforma sicurezza del ministro Roberto Maroni sia condivisibile dalla maggioranza dei nostri connazionali e mi sembra che questo decreto legge si debba approvare. Il nostro è un Paese autonomo, io mi fido di questo pacchetto sicurezza che credo serva a ordinare le nostre città combattendo l’illegalità.

Fonte:  http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=16751

http://www.ilsecoloxix.it/Facet/print/Uuid/b32fff42-391d-11dd-8cff-0003badbebe4/Sicurezza_non_solo_questione_di_nomadi_sicurezza_non_solo_questione_di_nomadi.xml



Il Ministro Saccomanni plaude al senso di responsabilità della Guardia di Finanza - di Ministero dell'Economia


                                                   Ministero dell'Economia e delle Finanze

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, si associa al plauso che il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha rivolto alle forze dell’ordine per la gestione dei rischi associati alle manifestazioni dei giorni scorsi.
In particolare il ministro Saccomanni segnala il proprio apprezzamento per l’operato della Guardia di Finanza che, insieme ad altri corpi, ha presidiato le sedi istituzionali del Ministero dell’Economia e delle Finanze mostrando grande senso di responsabilità e operando con profonda professionalità.


India, Anna Hazare lancia sfida contro la corruzione


LA PARABOLA DISCENDENTE DI MONTI INSEGNA PER FARE IL GRANDE CENTRO NON BASTA ESSERE TERZI, BISOGNA ESSERE “AVULSI” - di Enrico Cisnetto


In Italia la disdicevole abitudine di sparare sulla Croce Rossa è sport troppo diffuso perché degli anticonformisti come noi di TerzaRepubblica possano praticarlo. In questo caso la Croce Rossa è Mario Monti, cui non abbiamo mai lesinato critiche quando era potente e osannato, e che oggi non merita l’esposizione al pubblico ludibrio cui è sottoposto. Certo, le sue dimissioni da Scelta Civica sono clamorose, e coronano il fallimento di un disegno politico. Ma questo non vuol dire che quel disegno fosse sbagliato, né che Monti non possa e non debba ancora essere considerato – nel vuoto pneumatico che caratterizza la nostra classe politica – una risorsa per il Paese. Dunque, più che intonare il de profundis politico a Monti – come molti maramaldi stanno facendo in queste ore e avevano già fatto l’indomani delle elezioni, gli stessi che si spellavano le mani ai tempi della “sobrietà” che faceva chic contrapporre all’ostentazione berlusconiana – a noi interessa capire se esiste ancora uno spazio al centro dello schieramento politico ed eventualmente come sia possibile occuparlo.
Molti vecchi assertori della necessità che il bipolarismo all’italiana venisse accantonato, hanno ripiegato le loro bandiere. Il risultato deludente di Scelta Civica e dell’Udc alle elezioni, lo spegnersi del carisma dell’ex presidente della Bocconi, e – paradossalmente – l’affermarsi di grandi coalizioni (governi Monti e Letta), sono tutti elementi che, messi insieme, li hanno convinti che al bipolarismo non c’è alternativa. È la tesi di Giuliano Ferrara, ma anche di intellettuali che finora si erano rivolti, per la legge elettorale piuttosto che per l’architettura istituzionale, all’esperienza tedesca. Noi capiamo le ragioni di questa valutazione, ma non ne condividiamo la conseguenza che se ne tira. Monti non ha interpretato al meglio questo disegno, ma ciò non vuol dire che si debba considerare chiusa quella partita. Anche perché le maggioranze larghe continueranno ad essere una necessità, sia per l’enormità dei problemi da risolvere, che richiedono convergenza di forze e consensi, sia per lo scarso appeal elettorale di Pd e Pdl. Ma c’è un motivo ancora più cogente che ci fa ritenere non conclusa l’opportunità di un centro politico forte: la necessità di superare gli attuali assetti dei due poli, e in particolare Pd e Pdl. <br><br>Soggetti a forte tendenza implosiva, ma che un aggregazione al centro indurrebbe a far crollare più velocemente, inducendo riaggregazioni su basi diverse dalla vecchia dicotomia “berlusconiani-antiberlusconiani” che tanti guai ha prodotto. Per esempio, se il ministro Mauro e Casini incrociano Alfano e le colombe governative del Pdl, sarà positivo se ciò favorirà la definitiva separazione da Berlusconi e i falchi, ma sarà ancor più un successo se quell’aggregazione sarà capace di attrarre anche la parte moderata del Pd capitanata da Letta. Non è un caso, infatti, che un disaggregatore per eccellenza come Renzi, fino a ieri per definizione nemico del bipolarismo, oggi difenda a spada tratta lo schema contrappositivo: ha deciso, a nostro avviso sbagliando, di giocare tutte le sue carte nella corsa alla segreteria del Pd, e non può più recitare il ruolo del rottamatore del suo partito e del sistema politico (con ciò perdendo una parte rilevante della simpatia che aveva suscitato negli elettori di centro-destra). 

In realtà, a ben pensarci, la storia politica di Monti e Renzi è perfettamente parallela: entrambi potevano sparigliare l’intero sistema politico, ed entrambi hanno fallito in questo intento per mancanza di coraggio. Il primo per non aver avuto il coraggio, da premier, di proseguire sulla strada delle riforme strutturali imboccata con l’intervento radicale sulle pensioni, e poi per non essersi liberato del privilegio di essere senatore a vita, per mettersi in prima persona a capo di una coalizione che avrebbe dovuto rompere Pd (in parte) e Pdl (soprattutto) con una campagna basata sui risultati che avrebbe dovuto ottenere il suo governo. Il secondo, per non avere avuto il coraggio di uscire dal Pd quando alle primarie era stato ammesso Vendola, per fondare un soggetto politico nuovo, né di destra né di sinistra, che poteva puntare al “grande spariglio”. Così non è stato per entrambi, e ora le mancate scelte presentano il conto.

Ma queste due storie parallele e molto più vicine di quanto non si pensi, ci dicono che ad essere sbagliato non è il disegno, ma il comportamento dei potenziali suoi protagonisti. L’importante è capire, però, che il tema non può semplicemente esaurirsi nello stare al centro rifiutando di schierarsi con entrambi i poli, bensì quello di costruire un soggetto politico completamente nuovo, capace di proporre agli italiani – costruttivamente e non in modo populistico e dilettantesco come Grillo e suoi emuli – uno schema di gioco politico completamente diverso dall’attuale. Insomma, in questa fase non basta essere terzi, occorre essere “avulsi”. Questa è la vera scommessa di chi vuole davvero rinnovare la politica italiana e costruire una nuova classe dirigente per il futuro.

lunedì 21 ottobre 2013

LA GOCCIA SCAVA LA PIETRA - di Giorgio Ragazzi (Società Libera)


Tutti, economisti, politici ed imprenditori, cantano in coro che le pastoie burocratiche stanno asfissiando il paese e l’economia ma poi, nella realtà, governi e burocrazia continuano ad aggiungerne sempre di nuove. Sono tante goccioline, che discendono sia dallo stato che dalle migliaia di enti decentrati, che passano inosservate e che nessuno critica nello specifico proprio perché appaiono, singolarmente, troppo piccole ed insignificanti. Ma tutte queste goccioline stanno pian piano bucando la pietra.
Nel mio contributo all’11° Rapporto di Società Libera sulle Liberalizzazioni ho riportato stime per gli oneri a carico delle imprese e menzionato vari casi specifici. Torno sull’argomento anche a costo di essere considerato pedante perché menziono goccioline poco rilevanti.
Prendiamo ad esempio la legge di riforma dal condominio (L.220 dell’11/12/2012). All’art.10, comma 6, viene istituito un “registro dell’anagrafe condominiale” col quale si impone agli amministratori di acquisire tutte le informazioni relative ai proprietari, locatari e titolari di diritti reali (generalità, codice fiscale e residenza), i dati catastali di ogni unità ed anche “ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza” (e bravo chi capisce cosa questo possa significare!).
Si penserebbe che per un amministratore dovrebbe essere sufficiente sapere chi sono i proprietari delle varie unità: perché dunque aggravare cittadini ed amministratori con nuove incombenze che determineranno anche, alla fine, ulteriori costi amministrativi? Probabilmente è solo un altro caso di spensierata ed inutile paranoia regolamentare. A meno che, volendo pensar male, non vi sia la recondita intenzione di trasformare poi nel tempo gli amministratori in sostituti d’imposta o agenti del fisco chiedendo loro di verificare che ciascun condomino abbia effettivamente pagato imposte come l’IMU o la Tarsu, visto che hanno già tutte le informazioni richieste. Si tornerebbe alla figura del “capo caseggiato” che nell’URSS spiava sulle idee politiche e da noi finirebbe per spiare sui comportamenti fiscali!
I poveri amministratori sono già oberati da numerosissime incombenze. Una particolarmente sgradevole è l’obbligo di effettuare una ritenuta del 4% sull’IVA dovuta a fornitori per l’ordinaria amministrazione. Così, se per un piccolo lavoro un fornitore fattura 100 euro più IVA al 10%, l’amministratore paga al fornitore 106 euro mentre deve versare al fisco, con F24, 4 euro e poi dichiarare al fornitore, a fine anno, l’IVA così ritenuta. I costi amministrativi di queste contorsioni superano di certo, e di molto, gli eventuali benefici per il fisco che intende così tutelarsi dal rischio che il fornitore non versi l’IVA. Ma, anche in questo caso, chi detta le norme pensa solo a semplificare il proprio lavoro (nel caso specifico, verificare i versamenti dell’IVA da parte dei fornitori) senza tenere in minimo in conto i costi che addossa ai cittadini.


NAPOLITANO E L’AMNISTIA - di Alessandro Mezzano

Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio alle camere per sollecitare un provvedimento urgente che ponga rimedio alla situazione di sovraffollamento delle carceri.
In pratica chiede che si promulghi un’amnistia per i reati meno gravi ( si tenga presente che per il nostro ordinamento anche un omicidio, purché non premeditato  può essere punito con pochi anni di carcere.. ) in modo da svuotare le carceri.
E’ un vecchio problema quello di  svuotare le carceri con le amnistie anziché costruirne di nuove oppure di rendere operative quelle già costruite, ma non ancora messe in funzione, un vecchio problema che la casta politica non ha saputo o non ha voluto risolvere da molti anni e che comunque non è un problema nato né oggi, né ieri..!
Sono anche parecchi anni che si parla del sovraffollamento carcerario senza che il problema assuma l’urgenza che Napolitano gli sta dando e colpisce la coincidenza tra questo suo improvviso interesse ed i problemi che il PDL sta procurando al governo “delle larghe intese” così caro al cuore del presidente della repubblica e da lui così  fortissimamente voluto, a causa dei guai giudiziari di Berlusconi culminati con la sua condanna definitiva  che dovrà scontare.
Anche se per ora apparentemente neutralizzate, tali minacce pesano ancora come una spada di Damocle sulla testa del governo Letta e sempre peseranno sino a quando Berlusconi correrà il pericolo di finire in galera a causa dei reati che ha commesso.
Dopo la constatazione della impossibilità procedurale di una concessione di grazia a Berlusconi anche a causa della sua caparbietà a non riconoscersi colpevole dei reati ascritti, spunta provvidenzialmente e diventa importante ed urgente il problema generale del sovraffollamento delle carceri e se l’amnistia che si chiede dovesse coinvolgere anche l’annullamento della pena inflitta dalla cassazione a Berlusconi, ebbene si dovrebbe credere che ciò non è altro che una mera coincidenza…!!
Al presidente Napolitano vorremmo sommessamente ricordare un paio di cose:
La prima è che non tutti i cittadini sono talmente sprovvisti di intelligenza da considerare  come pure coincidenze quelle sopra descritte.
La seconda, più importante é che egli dovrebbe essere il difensore ed il garante di quella costituzione che pone TUTTI i cittadini, NESSUNO ESCLUSO,  uguali di fronte alla legge e che i cittadini non capirebbero un trattamento ingiustamente di favore fatto a Berlusconi per “ragioni di stato” !
Per ovvi motivi non esprimiamo qui un giudizio sull’operato del presidente Napolitano, ma invitiamo i lettori a riflettere ed a darne uno in cuor loro …!!!
  
Risposta:
 
Leggendo il problema delle carceri, devo dire soltanto una cosa, io ho proposto di ricordare una vecchia legge:
 
 

domenica 20 ottobre 2013

PERCHÉ IL PARLAMENTO EUROPEO DEVE TRASFERIRSI A BRUXELLES: SERGIO ROMANO RISPONDE AD ALBERTO CALLE



Spostare la sede del Parlamento europeo a Bruxelles, non solo per motivi economici, ma anche pratici. Questo, in sintesi, quanto sostiene Sergio Romano che, nell’edizione di sabato scorso del Corriere della sera, risponde alla lettera inviatagli da Alberto Calle, collaboratore di "Sintesi Dialettica".
 
Nel suo messaggio all’ex ambasciatore, Calle scrive: "il 14 novembre vi sono stati nelle principali città europee scioperi e manifestazioni contro le misure d’austerità dell’Ue. Credo che la politica d’austerità debba iniziare dallo stesso Parlamento europeo. Bisogna abolire una sede: Strasburgo o Bruxelles. Così facendo risparmieremmo le spese per le continue trasferte da una sede all’altra: circa 180 milioni".
Cifra che per Romano sarebbe sicuramente superiore.
"Caro Calle, - risponde Romano – non sarei sorpreso se la cifra da lei citata fosse persino superiore e aggiungo che questo non è soltanto un problema di denaro. Un Parlamento che si riunisce a 434 km da Bruxelles—la città dove lavorano le sue commissioni e gli organi di governo dell’Ue — è una anomalia che pregiudica il buon funzionamento di tutte le istituzioni europee. Ne conosciamo le cause. La Francia voleva ospitare una grande istituzione europea e la sede di Strasburgo fu decisa in un periodo in cui il Parlamento aveva comunque funzioni modeste. Oggi, dopo le riforme degli ultimi due decenni, da Maastricht a Lisbona, l’assemblea è ormai l’interlocutore necessario della Commissione e del Consiglio".
Per Romano, dunque, "occorre, nell’interesse generale, spostarla a Bruxelles. Suppongo che anche il governo francese ne sia consapevole e che la sua resistenza sia dovuta principalmente a una questione strettamente locale. Il trasferimento priverebbe Strasburgo di una istituzione che assume personale, riempie alberghi e ristoranti, fornisce lavoro ad aziende locali. Nessun governo francese, di destra o di sinistra, desidera fare sgarbi a una città che ha anche un importante ruolo simbolico nella storia dei rapporti franco-tedeschi. La soluzione è suggerita da Sylvie Goulard (deputata europea) e Mario Monti in un libro che hanno scritto insieme per le edizioni di Rizzoli in Italia e Flammarion in Francia. S’intitola "La democrazia in Europa" ed è, a dispetto di un titolo un po’ troppo aulico e generico, una eccellente replica, piena di utili proposte, all’euroscetticismo di una parte dell’opinione europea. Una di queste proposte concerne per l’appunto l’Assemblea di Strasburgo. Goulard e Monti muovono dalla constatazione che all’Europa occorrono, insieme alle istituzioni politiche ed economiche, anche grandi istituzioni culturali. Esiste già il Collège d’Europe, fondato a Bruges per la formazione dei funzionari europei. Esiste a Firenze un Istituto universitario europeo, creato negli anni Settanta, da cui escono ogni anno giovani storici, economisti, sociologi e politologi. Esiste il programma Erasmus che permette agli studenti universitari dell’Ue di completare il corso di laurea trascorrendo un anno nell’università di un altro Paese membro. È arrivato il momento di creare una istituzione simile al Collège de France, creato da Francesco I nel 1530 per la ricerca e l’insegnamento delle discipline che non erano coltivate nelle università del regno: un luogo dove ogni studioso è libero di aprire nuove strade nel continente del sapere e tutti sono liberi di andare ad ascoltare le sue lezioni".
"Questo "cervello dell’Europa", secondo Goulard e Monti, potrebbe occupare la sede del Parlamento di Strasburgo, mentre le somme stanziate per le trasferte potrebbero essere utilizzate per il funzionamento della Fondazione a cui verrebbe affidata la sua gestione. La Francia – conclude Romano – perderebbe una istituzione che non potrà mai, dov’è, dare il meglio di stessa, "ma in compenso accoglierebbe (…) un laboratorio permanente di grande prestigio intellettuale e morale"".

Fonte: 

http://www.aise.it/esteri/unione-europea/130426-perche-il-parlamento-europeo-deve-trasferirsi-a-bruxelles-sergio-romano-risponde-ad-alberto-calle.html

COMUNICATO STAMPA - di Paolo Bancale (Non Credo)

La Fondazione Religion's Free, che edita da tempo NON CREDO (cartaceo e online, www.noncredo.it) il maggiore bimestrale laico italiano, ha inviato tramite il suo presidente Paolo Bancale una lettera al Sindaco di Lampedusa Giuseppina Nicolini proponendo che il Comune organizzi una sottoscrizione di ampio respiro (cui mette subito a disposizione mille euro) per allargare l'accoglienza ai migranti creando per loro un luogo ove possano trovare il conforto della loro fede islamica.

Nella lettera il Presidente Bancale scrive che "Lampedusa ha offerto un servizio religioso con messa, processione e veglia per l’altissimo numero di vite perdute. Ottimo, però  rimane il dato di fatto  che sia i profughi che si sono salvati sia  quelli che hanno perso la vita, e così tutti quelli giunti vivi o morti nel passato e quelli che inevitabilmente arriveranno nel futuro,  provengono da paesi di quasi  totale religione islamica e quindi sono islamici. Se il servizio religioso cattolico è stato un atto di riguardo secondo i nostri costumi, penso che la presenza di un imam e di un luogo di culto e di preghiera islamico siano un fatto doveroso nella vostra isola che rischia di diventare un triste Redipuglia musulmano nel Mediterraneo".

E prosegue. "Lo spirito laico e di solidarietà che ispira le azioni  della Fondazione ReligionsFree ci porta a pensare che sull’altura vicino al molo Favarola, visibile dal mare dai disperati nostri fratelli islamici che arrivano, o in altra ubicazione che potrete indicare, potrebbe ben esserci una piccola moschea col suo minareto a dare loro un’accoglienza di grande umanità da parte di Lampedusa e dell’Italia nel nome della loro religione, un luogo ove poter pregare e piangere i propri cari ed amici perduti  ma con tutto il calore simbolico della propria tradizione spirituale,  e che avrebbe anche il ruolo di  doverosa testimonianza funeraria".


UDC


Greve du transport routier au maroc: L'anarchie... que fait le gouvernement


domenica 13 ottobre 2013

SEMPLICEMENTE CINA



                                   
Nel mese di settembre, si è svolto a Pechino una conferenza sui diritti umani (The Sixth Beijing Forum On Human Right), nel quale ho avuto la meravigliosa opportunità di partecipare a tale evento, e devo dire quanto segue: Ho potuto osservare una Cina che cambia per bene, una Cina ben interessata sui temi dei diritti umani, e soprattutto una Cina aperta al mondo, mi sono meravigliato perché in questo evento ho visto l'interesse del Governo Cinese e del maggiore partito dell'amico Paese Cinese, interessati sui temi che riguardano i diritti umani e una Cina col desiderio di cambiare, vale a dire che Human Right è una società per lo studio sui diritti umani creata in Cina, in cui, durante l'evento ho potuto osservare che ciascuno poteva parlare liberamente senza nessuna limitazione, tanto così che, uno dei principali partecipanti, il giudice della Corte Costituzionale S.E. Prof. Fernando Calle, ha ribadito la necessità di rafforzare il trattato di Roma. Voglio concludere dicendo che, mi auguro che il nostro Ambasciatore accreditato in Cina il S.E. Alberto Bradanini ne prenda considerazione ed interesse di questa società cinese per lo studio sui diritti umani, perché, sono convinto che il nostro Paese potrebbe collaborare molto con l'amico Paese Asiatico, Cina è aperta al mondo, è ben interessata sui diritti umani, e vuole cambiare. A questo evento hanno partecipato diversi personaggi internazionali, tra i quali: Wang Exiang (Vice Presidente della Società Cinese per gli studi sui Diritti Umani), Lou Haocai (Presidente della Società Cinese per gli studi sui Diritti Umani), Maria Perrone (Direttrice delle relazioni internazionali per la cultura di Società Libera - Italia), Chen Shigiu (Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese), Lord Davidson of Glen Clova (Parlamentare della Camera dei Lord - Inghilterra UK), Christophe Peschoux (Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite - UN), Anne Peters (Direttrice presso l'Istituto Max Planck di diritto pubblico comparato e di diritto internazionale pubblico - Università di Basilea Svizzera), Eric De Brabandere (Università di Leiden - Olanda) e tanti altri di diversi parti del mondo.  

Fonte:  http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=61835

   



giovedì 10 ottobre 2013

Italia - Cina: Shaanxi History Museum


Welcome To India


LA STRANA COPPIA - di Alessandro Mezzano

Uno, Pannella, è un maniaco esibizionista che pur di apparire farebbe qualsiasi cosa, uno che ha sempre scelto le cause più controcorrente per fare risaltare di più il suo impegno e per rimarcare il suo “eroismo civile”.
Lo ha fatto nelle scelte: divorzio, aborto, libertà di droga, abolizione dell’ergastolo, abolizione delle centrali nucleari per uso civile, limitazione del carcere preventivo, responsabilità civile per i magistrati, e nei modi: disobbedienza civile, digiuno.
Mai lo si è sentito difendere i diritti delle vittime dei delinquenti, ma sempre ha difeso i diritti dei delinquenti.
Mai lo si è visto difendere la morale comune, patrimonio della maggioranza dei cittadini, ma sempre ha lottato per sovvertirla, umiliarla e deriderla, tanto per andare controcorrente.
L’altro Berlusconi, che è un buffone internazionale, un evasore e frodatore accertato, ricercato anche in Spagne ed in Irlanda per reati simili a quelli per i quali è stato condannato in Italia in via definitiva, accusato di pedofilia per avere avuto rapporti sessuali con almeno una minorenne, mandante della corruzione di un giudice ( lodo Mondadori ) fatta dal suo amico  Previti, amicissimo del condannato per mafia Dell’Utri, ed ospitante il mafioso pluriomicida mangano nella sua villa ad Arcore, sotto processo per tutta una serie di reati infamanti, autore di ben 18 leggi “ad personam” fatte votare sia per difendere i suoi interessi finanziari che per evitare la galera, ecc. ecc. ecc.
Oggi, essendo oramai alla frutta e non sapendo più a che santo votarsi per evitare di scontare la pena inflittagli dalla cassazione, Berlusconi si appoggia a Pannella il quale vede in lui l’ennesima causa impossibile che gli darà un ultimo sprazzo di notorietà personale prima del rincoglionimento totale o della morte!
Come il gatto e la volpe di Pinocchio questi due clown della politica si sono associati in una farsa surreale che non ha più alcun aggancio con la realtà e che è solo l’espressione di due personalità psicotiche, mentalmente disturbate che recitano a soggetto in ruoli che solo loro vedono e credono di capire..!!
Sarebbero patetici se non fossero pericolosi.
Da una parte un visionario che lotta dochisciottescamente contro i mulini a vento della sua immaginazione malata e dall’altra un amico dei mafiosi, massone piduista, evasore e frodatore, ricattatore politico che ha sempre anteposto i suoi interessi privati a quelli del Paese.
Una strana coppia davvero che solo strane circostanze ed incomprensibili motivi hanno potuto mettere insieme..!!
Sarebbe da ridere se non fossa da piangere ..!!!

giovedì 3 ottobre 2013

DICIAMO NO A UN INTERVENTO IN SIRIA


Voglio assolutamente porgere le mie congratulazioni al nostro Ministro degli Esteri Emma Bonino e al nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta, il nostro Paese ha fatto bene a dire che, l'Italia non parteciperà a un possibile intervento militare contro Siria, eppure non dobbiamo autorizzare qualsiasi tipo di utilizzazione delle basi nato presenti sul nostro territorio, ma non tanto perché non si partecipa senza un mandato delle Nazioni Unite, anzi, dobbiamo dire che è meglio non partecipare a nessuna azione militare finché i nostri due marò non rientrino a casa loro, questa è un'occasione perché si faccia pressione sulla comunità internazionale affinché, influiscano sull'India a far rispettare il diritto internazionale, il nostro governo deve farli rientrare prima delle prossime elezioni politiche indiane che, probabilmente si terranno nel 2014. Ad ogni modo, un intervento militare in questo momento non è opportuno, anzi, come bene la detto il Papa, rischia di diventare una guerra mondiale, solo basta ricordare che in Siria esiste una base militare Russa (Base Navale Russa a Tartus), in cui, il 17 maggio, la Russia ha inviato una decina di navi da guerra, a quanto pare, intende ammonire agli Stati Uniti a non intervenire nel conflitto siriano, inoltre, a quanto sembra da fonti di intelligence americana, la Russia ha inviato avanzati missili da crociera antinave della tipologia Yakhont alla Siria e sono dotati di radar avanzati che li rende più efficaci, una formidabile arma. Voglio ricordare che, il Parlamento Britannico ha bocciato la proposta di David Cameron di intervenire in Siria, vale a dire, che il Parlamento ha votato contro la proposta del governo britannico, mi auguro che il lunedì 9 settembre p.v. il Parlamento (Senato) americano gli dica no all'intervento militare, anche perché potrebbe pesare sulla ripresa economica.

Fonte: 
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=60798



LA STORIA NON SI CELEBRA, SI STUDIA - di Gianfredo Ruggiero (EXCALIBUR)


Per motivi anagrafici non ho conosciuto il Fascismo e anch’io, come la maggior parte degli italiani,  sono cresciuto a pane e resistenza avendo appreso la storia sui libri di testo. Solo che non mi sono accontentato della verità ufficiale, quella scritta dei vincitori, il risultato è stato che man mano approfondivo le mie conoscenze i dubbi aumentavano. Dubbi che a tutt’oggi nessuno è stato in grado di sciogliermi.
Il primo dubbio riguarda la definizione dei partigiani quali ”patrioti e combattenti per la libertà”. Il movimento partigiano era egemonizzato dal Pci, all’epoca diretta emanazione della Russia Sovietica da cui prendeva ordine tramite Togliatti, stretto collaboratore di Stalin che infatti viveva in Russia, il loro obiettivo era quello di instaurare a guerra finita una società di tipo comunista satellite dell'URSS.
I partigiani rossi hanno sì lottato contro un regime, quello fascista, ma al solo scopo di sostituirlo con uno sicuramente peggiore. Non si capisce quindi su quale base logica i partigiani si possano definire “patrioti” e combattenti per la libertà” se la maggior parte di essi voleva instaurare in Italia una dittatura spietata e per giunta sottomessa ad una potenza straniera.
Se l’Italia è ora una Repubblica "democratica" (sul concetto di democrazia torneremo) non è certo per merito dei partigiani, ma in virtù della divisione del mondo in due blocchi contrapposti decretata a Yalta nel ’45, da cui scaturì la nostra collocazione nel campo occidentale e la conseguente dipendenza americana.
Lo stesso discorso riguarda la Russia sovietica che contribuì alla sconfitta della Germania nazista per estendere il suo dominio su tutto l’est europeo e non certo per portarvi democrazia e libertà. Non dimentichiamoci poi che la Russia fu alleata della Germania fino al ’41 (patto Rippentrov-Molotov) e che con Hitler si spartì la Polonia due anni prima. Senza contare l’invasione sovietica della  Finlandia che avvenne con l’assenso di Hitler e nella totale indifferenza delle democrazie occidentali.
Il secondo dubbio riguarda la definizione di “guerra di Liberazione", quando invece fu una classica guerra civile.  I fascisti non venivano da Marte, erano italiani come italiani erano i partigiani (vi furono famiglie divise e fratelli che combattevano su fronti opposti). Inoltre i tedeschi non invasero l’Italia, c’erano già. Dopo la caduta di Mussolini, avvenuta il 25 luglio 1943, il governo Badoglio chiese aiuto dell’alleato tedesco per contrastare gli anglo americani che nel frattempo erano sbarcati in Sicilia. I soldati italiani e tedeschi si ritrovarono quindi a combattere spalla a spalla contro l’invasore americano fino all’8 settembre ’43, quando il Re e Badoglio con estrema disinvoltura passarono dalla parte del nemico.
Il contributo dei partigiani alla sconfitta tedesca fu, inoltre, del tutto marginale se lo rapportiamo all’enorme potenziale bellico messo in campo dagli alleati. Le fila partigiane s’ingrossavano man mano che l’esercito tedesco si ritirava sotto l’incalzare degli angloamericani. Gli stessi americani avevano una scarsa considerazione dei partigiani e li tolleravano solo perché facevano per loro il lavoro sporco come assassinare i gerarchi fascisti o i comandati tedeschi.
Il 25 aprile del ‘45 Mussolini era a Milano e solo dopo la sua partenza per trovare la morte a Dongo il capoluogo lombardo fu “liberato” dai partigiani che si abbandonarono ad una vera e propria orgia di sangue contro i fascisti o presunti tali, compresi i loro familiari, ben descritta dai libri di Gianpaolo Pansa, Giorgio Pisanò e Lodovico Ellena.
Il terzo dubbio riguarda la modalità di lotta dei partigiani. Mentre i fascisti combattevano a volto scoperto e in divisa, inquadrati nelle divisioni dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana o nelle varie milizie volontarie, i partigiani invece, pur potendo anch’essi vestire una divisa - essendo armati e finanziati dagli americani - e pur potendo combattere a fianco dell’esercito alleato o nel Regio esercito del Sud secondo le regole di guerra, preferirono il passamontagna, i soprannomi e la tecnica del mordi e fuggi a base di attentati e omicidi alle spalle. Tecnica sicuramente meno rischiosa per loro, ma devastante negli effetti. Il fine era infatti quello di scatenare la reazione tedesca e creare i presupposti per quella guerra civile, poi eufemisticamente definita di “liberazione”, che li avrebbe portati a sedersi al tavolo dei vincitori.
Sono dubbi su cui mi piacerebbe si sviluppasse un dibattito, sereno e senza reticenze, finalizzato a capire la storia e non solo a celebrarla come purtroppo avviene da sessant’anni, anche se comprendo benissimo che agli ex comunisti l’antifascismo è l’unica cosa di sinistra che gli rimane.

Concorso di cortometraggi "Ricomincio da cinque" - di Dipartimento Cultura Comune di Roma


Il Dipartimento Cultura di Roma Capitale in collaborazione con il Municipio Roma V e con la Direzione del Nuovo Cinema Aquila promuove un concorso di cortometraggi dal titolo "Ricomincio da cinque" che verrà presentato presso il Nuovo Cinema Aquila.
I lavori dovranno essere girati e ambientati a Roma nell'area del nuovo Municipio Roma V, raccontando luoghi che hanno ispirato grandi autori del cinema italiano, come, ad esempio, Pasolini, Rossellini, Monicelli.
Sono ammessi diversi generi: fiction, documentario, intervista, docu-fiction, reportage, video-arte. È ammesso anche il cortometraggio sperimentale.
Il concorso è quindi aperto a cortometraggi nei diversi formati analogico e digitale che andranno a costituire due distinte sezioni: SEZIONE A. "Analogica" e SEZIONE B. "Digitale".
Il concorso è aperto a tutti.
Le opere devono pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 25 novembre 2013.

Info: Tel.: 06 67104817

GIOCHI: MEF, MOZIONE INAPPLICABILE MA IMPEGNO CONTRO LUDOPATIA - di Ministero dell'Economia

                                                   Ministero dell'Economia e delle Finanze
 
Il Governo è fortemente impegnato a contrastare gli effetti sociali negativi legati ai giochi, come dimostra, tra l’altro, l’articolo 14 della delega fiscale all’esame della Commissione finanze della Camera, che prevede il riordino dell’intera materia.
Per quanto riguarda la mozione approvata oggi al Senato, il dispositivo, come ha spiegato il Sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, è inapplicabile perché il Governo compirebbe un atto illegittimo determinando:
1) un contenzioso con i circa 200 operatori italiani ed esteri che hanno ottenuto la concessione;
2) la riapertura del contenzioso comunitario, dopo due procedure di infrazione chiuse nel 2010 a seguito della regolamentazione del mercato;
3) lo spostamento in massa di giocatori verso il mercato illegale;
4) la perdita della possibilità di contrastare, con strumenti mirati, il gioco problematico e patologico e l’accesso dei minori al gioco.
La moratoria prevista nella mozione determinerebbe, inoltre, una forte diminuzione delle entrate in una fase estremamente delicata per la finanza pubblica.
Il Governo, facendo affidamento sul sostegno del Parlamento e ritenendo che il Parlamento stesso debba riconsiderare la posizione espressa in data odierna, continuerà a monitorare con attenzione l’efficacia delle misure già introdotte per contrastare e prevenire la ludopatia, verificando anche se vi sia la necessità di predisporre ulteriori interventi per rafforzarle. Intensificherà, inoltre, le azioni di contrasto al gioco illegale e ai fenomeni di criminalità comunque connessi all’offerta e alla gestione del gioco.
Il Ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, nel condividere le valutazioni espresse dal Sottosegretario rispetto alla votazione avvenuta al Senato, ha confermato la sua piena fiducia nell’operato dell’On.le Giorgetti, ricevendone la disponibilità a proseguire nell’incarico.

Roma, 05 settembre 2013