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giovedì 8 agosto 2013

Caso Shalabayeva/Emma Bonino - di Partito Radicale


Sintesi dell'audizione in Senato della
Sig.ra Ministro degli Esteri Emma Bonino sul caso Shalabayeva

Commissioni congiunte Esteri e Diritti Umani, Senato della Repubblica, 24 luglio 2013
 
E' una vicenda di grande delicatezza, sulla quale si impone la massima chiarezza: una vicenda che tocca aspetti di grandissima rilevanza per il nostro Paese e per i suoi valori fondamentali.
Riferisco sulla vicenda Ablyazov con la serenità di chi non ha lesinato alcuno sforzo, con la sensibilità di chi per passione e attività politica ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di un'intera esistenza.
La Farnesina ha svolto una continua e scrupolosa attività attraverso i suoi uffici chiamati a gestire ex post le conseguenze di un caso per il quale abbiamo finora, giustamente, dibattuto sulla dinamica ex ante.
I nostri interventi sono stati dunque continui, incessanti e continueranno fino a quando necessario, nella considerazione che poiché si agisce da governo a governo si deve evitare, almeno in questa fase, che una serie di azioni e reazioni indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana.
Il ministero degli Esteri non e' competente in materia di espulsioni dal territorio italiano. Ancor meno in relazione a operazioni di polizia che si svolgono sul nostro territorio in adempimento a mandati di cattura internazionale messi dall'Interpol. Poiche' tuttavia la legge non impedisce certo di consultarci, serve una maggiore condivisione delle informazioni: ho rappresentato al ''premier, che condivide in pieno, la necessità di un nuovo e più efficace raccordo delle altre amministrazioni con il ministero degli Esteri.
La 'priorità' è la 'tutela delle due cittadine kazakhe ed è quanto che ci sta più a cuore'. Stiamo svolgendo e continueremo a fare con forte determinazione interventi, a Astana, Bruxelles, Vilnius, per la piena libertà di movimento di Alma e la figlia: lo sento come obbligo morale, prima che politico.
Si e' venuta a configurare, anche agli occhi dei media, una ingiustificata responsabilità oggettiva della Farnesina, nonostante essa fosse del tutto estranea alla gestione e persino all'informazione sulle prime, determinanti fasi della vicenda dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva e di sua figlia.
Il comportamento dell'ambasciatore kazako a Roma e' stato "intrusivo". E' solo con il rapporto Pansa, reso noto il 16 luglio dal ministro dell'Interno in parlamento, che si e' avuta notizia certa dell'inaccettabile comportamento del diplomatico. A quel punto ho immediatamente convocato l’incaricato d’affari Kazakho e gli ho espresso il 17 luglio il mio forte disappunto per l’intera vicenda e per il comportamento dell’ambasciatore, insieme all’aspettativa del governo italiano che alle due cittadin kazakhe fossero garantiti tutti i diritti e la piena libertà di movimento.
La credibilità personale e' per me un grandissimo patrimonio. Ho vissuto con grandissima amarezza in questi giorni gli attacchi da parte di molti organi di stampa. Ma oggi non e' questo in discussione, oggi la priorita' e' un'altra, sono i diritti delle due cittadine kazakhe.
Nell'intera vicenda Shalabayeva, l'orgoglio e' che, giorno dopo giorno, iniziativa dopo iniziativa, la Farnesina e' riuscita a far aprire una indagine su cui, a distanza di un mese e mezzo, si comincia ad avere verità su quello che e' successo. E non e' successo spesso nella storia italiana che indagini su casi delicati si siano fatte a un mese di distanza.
In questo momento, noi non possiamo né dobbiamo diminuire o indebolire la presenza dell'ambasciata italiana in Kazakistan, proprio per la protezione che vogliamo sia esercitata costantemente su Alma Shabalayeva e sua figlia Alua. Lo sento come un obbligo morale, ancor prima che politico e per non potrà esserci alcuna ragione per venir meno a questo impegno.

Partito Radicale

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