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lunedì 10 giugno 2013

“Un governo di svolta cominci dai piu’ deboli e ratifichi gli accordi con i paesi finora esclusi” - di Fabio Porta



Il deputato eletto nella Ripartizione America Meridionale ha presentato un’interrogazione che chiede di completare il quadro degli accordi bilaterali di sicurezza sociale stipulati dall’Italia.


“Il Governo italiano deve adottare iniziative urgenti per completare in questa legislatura il quadro di tutela socio-previdenziale in regime internazionale con la stipula di accordi bilaterali con i Paesi dell’America latina finora esclusi”. E’ quanto chiede l’On. Fabio Porta in una sua recente interrogazione ai Ministeri del Lavoro, degli Esteri e dell’Economia.
Il parlamentare del PD eletto nella Circoscrizione dell’America Meridionale stigmatizza la paralisi dei negoziati con numerosi Paesi di emigrazione italiana come il Cile, il Perù, l’Ecuador e il Messico dove risiedono decine di migliaia di lavoratori italiani, e da dove migliaia di cittadini sono venuti a vivere e a lavorare in Italia. La stipula di tali accordi porterebbe concreti benefici ai lavoratori italiani e a quelli dei Paesi latino-americani facilitando il perfezionamento di un diritto ad una prestazione previdenziale (pensione di vecchiaia, di anzianità, di invalidità, assegni familiari, maggiorazioni sociali, trattamento minimo, etc.).
La finalità degli accordi bilaterali di sicurezza sociale è quella di garantire il meccanismo della totalizzazione dei contributi per maturare un diritto a pensione, la parità di trattamento di lavoratori e pensionati che si spostano da un Paese all’altro e l’esportabilità delle prestazioni previdenziali.
Nella passata legislatura il Ministero del Lavoro aveva evidenziato come la tematica della sicurezza sociale negli accordi internazionali è stata oggetto di approfondite analisi anche a livello interministeriale (Ministero degli affari esteri, Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della salute, Inps) ove sarebbero emerse alcune problematiche di complessa soluzione che riguardano, in particolare, la difficoltà nel quantificare con certezza tutti gli oneri finanziari derivanti da tali atti internazionali e la relativa incidenza sul bilancio dello Stato. Tuttavia, come rilevato dagli stessi ministeri competenti, i benefici che deriverebbero dalla vigenza di tali accordi internazionali di sicurezza sociale sarebbero goduti non solo dai lavoratori interessati ma anche dalle imprese italiane che sono interessate ad evitare la doppia contribuzione (in Italia e all’estero) al fine di migliorare la propria competitività sul piano internazionale rispetto alle imprese di altri Paesi che invece beneficiano di analoghe convenzioni.
Il parlamentare del PD ricorda inoltre nella sua interrogazione ai ministeri interessati che con il Cile una convenzione di sicurezza sociale è stata firmata il 5 marzo 1998, e successivamente, il 19 novembre 1999, l’accordo amministrativo per l’applicazione della convenzione – il parlamento cileno ha già approvato la convenzione ma manca l’approvazione del Parlamento italiano per la sua entrata in vigore; con l’Ecuador e con il Perù sono stati avviati negoziati diplomatici per le eventuali intese bilaterali e predisposte le bozze degli accordi di sicurezza sociale ma l’Italia ha rappresentato a tali Paesi le presunte difficoltà finanziarie che rallentano la finalizzazione degli accordi; con il Messico attualmente non vi sono purtroppo in corso negoziati in materia di sicurezza sociale.
Non si riesce però a capire – deplora l’On. Porta – perché l’Italia ignora le giuste esigenze di decine di migliaia di lavoratori, i quali chiedono semplicemente di essere trattati come tutti gli altri emigrati italiani, né più né meno, considerato che dalla vigenza di tali accordi deriverebbero benefici, in termini di reciprocità, sia sotto il profilo della tutela previdenziale dei lavoratori sia della competitività delle imprese italiane.
Se questo vuole essere un Governo di svolta si cominci dai diritti dei più deboli ed emarginati e spieghi in Parlamento – esorta l’On. Porta – quale sia la politica dell’Italia in relazione alla equa tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in America Latina, finora esclusi.
 
 
On. Fabio Porta - Camera dei Deputati
 

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